Jobs
Il lavoro occupa gran parte della mia vita. Fin da ragazzo aiutavo mio padre nel suo lavoro di Mastro muratore e costruttore. Alla radio creavo a pagamento gli spot pubblicitari e ne ero un ottimo venditore. Senza una produzione, mi sento perso e annoiato.

Programmare
Ho iniziato la programmazione per necessità, mi serviva un altro lavoro. Quando aprii i negozi mi accorsi della mancanza di un gestionale prodotti e magazzino, tanto che mi dovetti arrangiare a crearne uno. Andai da Augusto per imparare meglio la scrittura del codice. Così nacque DataShop, le prime installazioni le feci ad Olbia, in un negozio di oggettistica e una cartolibreria che ancora oggi utilizza.
Ecco il link per visitare il sito www.myshopweb.it
Web Designer
Siti web creati con HTML 5 oppure WordPress (come questo) nel caso di uso di Blog, NopCommerce e Prestashop per siti e-commerce. Il futuro.
Business Manager
Creare un’attività da zero è un’opera di abilità creativa e coraggio non da poco. Iniziai con un negozio di alimentari dove decisi di mettere scafali industriali e vendere i prodotti direttamente dalle scatole, non esisteva niente del genere allora, la parola “discount” manco era stata ancora coniata. Fu un successo incredibile, 10 volte le previsioni migliori. Pensato, progettato e realizzato, ecco cosa faccio di un sogno.
Poi arrivò Edilcantieri, Join e Vitadynamics, ognuna con la loro storia: è vero, credo di aver avuto ottimi amici e ottimi nemici. Una grande vittoria resta saper di poter creare un’attività dal nulla.
Costruire
Da generazioni, padre, zii e nonno erano Maestri costruttori, rinomati per la loro bravura. Sapevano cos’era eseguire un lavoro a regola d’arte.
Così iniziai con mia padre e miei fratelli a fare dapprima piccoli lavoretti, specializzarmi poi in ristrutturazioni anche di lusso, costruire case, stabili e un villaggio turistico di 94 appartamenti di cui 70 costruiti e arredati in poco più di sei mesi.
Costruire è stata una gioia, nel campo immobiliare mi ha fatto sperimentare l’orgoglio della condizione di Trionfo.
Com’è andata a finire: non per fare vittimismo, solo per cronaca, non aver accettato di far parte di un certo “gruppo”, ci hanno combattuto fino a farci chiudere tutto. Ma al Parlamento Italiano rimane traccia del misfatto, Un Onorevole, Oreste Rossi, venuto a conoscenza del trattamento riservatoci, fece una Interrogazione Parlamentare davanti ai Ministri di grazia e giustizia e del tesoro e a tutto il Parlamento.
Ecco il testo integrale, per i posteri.
Interrogazione Oreste Rossi – 15/04/1994
Ai Ministri di grazia e giustizia e del tesoro. –
Per sapere – premesso che: l’interrogante veniva informato, con raccomandata A.R. n. 3711 del 1^ luglio 1994, come segue: “Nel 1985 i fratelli Ponchietti Angelo, Giuseppe e Giovanni, erano i soci della societa’ Li Angeli rl e avevano in costruzione il villaggio turistico Li Piri per 54 appartamenti piu’ 34 gia’ eseguiti in S. Teodoro (Nu). A seguito di una buona iniziativa promozionale, 40 appartamenti sono stati compromissati ad altrettanti clienti. Per agevolare il flusso finanziario, il Banco di Napoli concedeva uno scoperto di conto di lire 600 milioni con ipoteca da girare ad esecuzione delle opere avvenuta, in mutuo fondiario con valuta ecu. Eseguite il 75 per cento delle opere, lo stesso Banco concesse ulteriori 300 milioni sempre con le stesse caratteristiche. Il successo dell’iniziativa, allora elogiata dal Banco (l’esecuzione dei lavori duro’ appena 8 mesi), porto’ questo a valutare il credito potenziale della Societa’ in oltre 4.000 milioni. L’esecutrice principale dei lavori fu l’impresa artigiana Nanni Ponchietti. Ditta individuale dello stesso Giovanni, la quale operava anche nell’edilizia pubblica (IACP) e privata con discreto successo. Le tre banche con cui la ditta operava: Banco di Napoli, Banca Nazionale del Lavoro, Banca popolare di Sassari, concessero fidi per 150 milioni consentendo sulla firma esposizioni fino a 400 milioni. Gli stessi leasing utilizzati per incrementare il parco macchine dichiararono la ditta affidabile con finanziamenti per oltre 2.000 milioni. Al fine di avere uno strumento operativo societario piu’ incisivo, Angelo e Giuseppe costituirono la Edilcantieri srl che doveva soddisfare le richieste del mercato edile conto terzi. Questa societa’ acquisi’ una commessa per la costruzione di due stabili di 160 appartamenti (“Le Piccole Querce”) in Olbia per conto dell’allora denominata Edilprogram spa (poi rinominata CIME, quindi oggi Immobiliare Europea). Il credito che la societa’ maturo’ e di seguito affidato dal Banco di Napoli fu di prima costituzione pari a lire 200 miloni. Questa societa’ dichiaro’ l’intento di affidare all’Edilcantieri anche le prossime costruzioni di complessi immobiliari quali la citta’ Mercato di Cagliari e Olbia, e il complesso residenziale Olbia-Mare. Volendo farsi conoscere e operare anche nella citta’ di residenza, la ditta artigiana Nanni Ponchietti acquisi’ in permuta un’area edificabile in Nuoro ove, ottenuta l’approvazione dei progetti dall’amministrazione comunale, ne compromisso’ subito tutte le previste 12 unita’ abitative. Pronti per l’esecuzione delle opere, la ditta cedette l’area alla Edilcantieri srl, in quanto la stessa ditta si trovava impegnata su alcuni appalti di opere pubbliche per conto dell’amministrazione provinciale e IACP, oltre ad aver iniziato ad appaltare lavori per l’amministrazione comunale di Nuoro; stessa amministrazione che, per la bonta’ dei lavori svolti, in una riunione dell’esecutivo alla presenza di tutti gli imprenditori, elogio’ la ditta per la correttezza avuta nei rapporti con la stessa, per puntualita’ di consegna e perfetta esecuzione a regola d’arte delle opere affidate, e, soprattutto, per la mancanza di richieste di sospensioni dei lavori con scuse di perizie suppletive o altri artifizi di cui invece l’amministrazione si lamentava in detta riunione con gli altri imprenditori. Sostenuti dai consensi del mercato e dal sistema imprenditoriale, consensi avuti individualmente da ognuno dei fratelli, questi decisero di allearsi per ampliare le loro attivita’ personali con iniziative private patrimoniali di un certo peso, iniziative che sfociarono nell’intento di acquisizione di un’area a Nuoro, ove il PRG prevedeva l’insediamento di stabili ad uso commerciale e direzionale. Nel 1991 venne costituita la Telemaco srl che, acquisita l’area, nel frattempo completamente valorizzata con all’approvazione comunale del progetto di uno stabile direzionale di oltre 90.000 mc. consenti’ la cessione del pacchetto azionario. Figli di un muratore, dal quale impararono dall’eta’ scolare l’arte edile, col titolo di geometra e l’educazione familiare di sana famiglia, il loro spirito d’iniziativa li trasformo’ in imprenditori capaci di dare lavoro continuativamente e senza sussidi statali a piu’ di 100 famiglie tra addetti diretti e subappaltatori. Gi studi di formazione manageriale conseguiti in America consentirono ai fratelli di consolidare le loro conoscenze tecniche organizzative necessarie per formare quel background che li avrebbe insigniti a professionisti del mondo del lavoro. La filosofia e morale che i fratelli professavano sulla gestione delle loro attivita’: totali sostenitori di una societa’ sana, prospera, corretta ed etica, ove “mani pulite fanno una vita felice”, ha reso la loro figura tale integra da essere improponibili come parti per qualsiasi malaffare. Difatti, nessuno propose loro alleanze equivoche o proposte di collaborazione compromettenti, ma come un’ombra aliena, qualcuno inizio’ ad osteggiare l’attivita’, evidentemente disturbatoria di interessi basati non certo sul libero mercato, la competizione e la competenza professionale. Finiti i lavori del Villaggio Li Piri, la Li Angeli srl attese invano che il banco di Napoli trasformasse l’affidamento allora avuto in mutuo fondiario frazionato e girato a carico degli acquirenti, cosi’ come da accordi. Dopo mesi di insistenze, avvenne l’erogazione del mutuo con 5 mesi e 20 giorni di ritardo cosi’ che la prima rata scadesse subito e non fosse possibile chiedere agli acquirenti del villaggio, ora intestatari del finanziamento, il tempestivo pagamento delle rate. Onorata comunque la rata, il Banco non provvedette al frazionamento del mutuo, accese una seconda ipoteca e non estinse la prima, creando un gravissimo danno sia alla societa’ che a tutti gli acquirenti, non potendo ne’ gli uni ne’ gli altri, effettuare alcuna operazione relativa. Pure il notaio che esegui’ il rogito del mutuo sollecito’ la banca a mettersi in regola, ad estinguere l’illegittima prima ipoteca e a frazionare correttamente il mutuo come lui stesso aveva notificato nell’atto pubblico. Lo stesso direttore del banco, che fu promosso tale per aver proposto inizialmente l’ottima iniziativa finanziaria, decise all’improvviso che la societa’ non era piu’ affidabile e chiese il rientro di tutti gli affidamenti e “per salvarvi dovete consegnare al Banco tutto quello che avete, soprattutto l’iniziativa immobiliare commerciale a Nuoro”, cio’ nonostante la societa’ godeva dell’eccezionale credito grazie alla felice conclusione dell’iniziativa che porto’ la stessa a maturare un capitale immobiliare di oltre 2.000 milioni e un parco clienti potenziali di 500 nominativi per successive operazioni. Contemporaneamente la Edilcantieri si accingeva a consegnare il primo palazzo di 80 appartamenti alla Edilprogram. Stabilitosi un ottimo rapporto di amicizia coll’amministratore sig. Silvio Zuncheddu, con questo si scambiarono dialoghi di collaborazione per progetti futuri, progetti che la SMA, del gruppo Agnelli, sponsorizzava con l’intento di creare grossi centri commerciali nell’isola. Seppe cosi’ che i soci dell’Edilcantieri erano partecipi dell’iniziativa della famiglia Ponchietti a Nuoro per il grosso centro direzionale commerciale e che in quell’area erano concentrati i volumi con destinazione commerciale previsti dal PRG della citta’. Con estrema gentilezza, l’amministratore inizio’ a osteggiare i pagamenti alla Edilcantieri e a ritrarre gli intenti di collaborazione futura. Ignara, la Edilcantieri dette pure in affitto tutte le attrezzature alla Edilprogram, perche’ proseguisse direttamente e tranquillamente i lavori. Ma questa, non solo non pago’ le rate di locazione per l’attrezzatura, ma si rifiuto’ di pagare l’ultima rata dello stato di avanzamento lavori producendo un contenzioso legale. Proprio nello stesso periodo appena precedente la disputa Edilcantieri-Edilprogram uno dei fratelli, Giovanni, per conto della famiglia, contattava con successo l’Istituto San Paolo di Torino filiale di Cagliari per l’ottenimento del finanziamento all’iniziativa immobiliare a Nuoro. La pratica di prefinanziamento in conto capitale per un importo di 500 milioni fu accettata e approvata dalla direzione dell’Istituto fino all’erogazione della somma che doveva avvenire come da delibera, il giorno stesso della firma del contratto. Un’indisposizione del direttore procuro’ un rinvio all’indomani del fatto. Giovanni, presentatosi regolarmente all’appuntamento, trovo’ un vicedirettore palesemente turbato e sconcertato che informava Giovanni che qualcosa era intervenuto “dall’alto” e che la pratica era stata inspiegabilmente revocata. Intanto il Consiglio Comunale di Nuoro si apprestava a redire il Piano Particolareggiato per la zona denominata CM della Citta’. Piano che interessava integralmente l’iniziativa dei fratelli Ponchietti. Il componente l’Esecutivo, allora assessore all’urbanistica Mereu, disattendendo quanto previsto dal PRG si oppose violentemente all’esecuzione del Piano Particolareggiato e ingaggio’ una battaglia subdola contro l’iniziativa durante tutta l’istruttoria. Ma il PRG era cosi’ chiaro che il Mereu alla fine non pote’ che soggiacere al volere dell’intero Consiglio Comunale che, in rispetto delle leggi, approvo’ il Piano particolareggiato all’unanimita’. Piano che venne di seguito approvato dalla Regione e i successivi progetti di costruzione, dalla Commissione Urbanistica. Comunque, la stessa Ditta Artigiana Nanni Ponchietti che precedentemente aveva corretti rapporti di lavoro con l’Amministrazione Comunale, si vide negare inspiegabilmente il pagamento degli stati di avanzamento dei lavori che aveva in corso per conto della stessa, tanto che recupero’ buona parte delle somme a suo credito dopo due anni, e solo quando il giudice allora incaricato del contenzioso, arrivo’ a vincolare l’abitazione personale del Sindaco, stesso Sindaco che rifiuto’ di rilasciare la legittima Concessione Edilizia per l’esecuzione di un progetto per 13 alloggi presentato dalla ditta e regolarmente approvato dalla Commissione Edilizia, perche’ “una scittura privata regolarmente registrata non ha valore di titolo di proprieta’”, costringendo la ditta a rescindere i contratti di vendita stipulati coi clienti. Detta licenza fu comunque dal Sindaco rilasciata a terzi imprenditori che presentarono irregolari e posticce scritture, ma che erano di estrazione politica. I tre istituti bancari che fino ad allora avevano regolarmente sostenuto la Ditta Artigiana per la sua operosita’ e correttezza dimostrata durante l’attivita’, ne revocarono improvvisamente e ingiustificatamente gli affidamenti con richieste di immediati rientri delle somme esposte, oltre ad assumere un atteggiamento sovversivo nei suoi confronti tanto che, ad esempio, l’allora direttore della Banca Nazionale del Lavoro invio’, nonostante l’esistenza dei fondi, gli assegni intestati agli operai al notaio per protesto, li richiamo’ e creo’ cosi’ quell’ombra nella scheda della ditta. Ma la scorrettezza fu cosi’ evidente che segnalato il fatto alla Direzione Generale della Banca, il direttore fu trasferito una settimana dopo. Il Banco di Napoli, cassiere dell’IACP, tento’ arbitrariamente di bloccare tutti i pagamenti dei crediti della ditta per un importo di circa 300 milioni a fronte di una anticipazione a suo favore di 45 milioni e solo l’intervento dell’Ufficiale giudiziario riusci’ materialmente a farne aprire le casseforti. La Banca Popolare di Sassari, dal canto suo, nonostante il versamento delle somme a lei dovute dalla ditta a rientro delle anticipazioni lavori, presentava un conto inesistente di oltre 100 milioni. Volendo la ditta accendere un conto corrente presso il Banco di Sardegna, cassiere dell’Amministrazione comunale di Nuoro cosi’ da velocizzare le partite di incasso dei lavori, si senti’ negare il diritto con il pretesto che “la Ditta ha avuto 5 anni fa un contenzioso con un fornitore”, contenzioso relativo a mancate consegne dei lavori del fornitore e comunque conclusosi regolarmente gia’ allora. Qualcuno nell’ombra riusciva ad ostacolare qualsiasi iniziativa in corso avverso i fratelli Ponchietti, sia individualmente che come soci delle rispettive aziende, tanto che quando dovettero cedere la Societa’ Telemaco S.r.l. (Societa’ di famiglia creata ad hoc per l’operazione immobiliare a Nuoro), proprietaria dell’area Commerciale in Nuoro per ricapitalizzarsi e recuperare i danni subiti, capito’ ancora uno sconcertante fatto. La societa’ acquirente la Telemaco S.r.l. conseguentemente ad un malinteso sulla modalita’ di approvazione dei progetti esecutivi da parte dell’Amministrazione comunale, rifiuto’ il pagamento della rata dovuta e scadente alla data dell’approvazione stessa. Questo risulto’ un pretesto in quanto una Finanziaria socio acquirente, non aspettandosi un’approvazione in tre mesi, aveva nel frattempo investito altrove i capitali destinati al pagamento della rata e avevano necessita’ di temporeggiare. Dopo mesi di vani solleciti e tentativi di dialogo, i Fratelli si videro costretti a mettere all’incasso gli assegni avuti a garanzia dall’Acquirente. Trattandosi di assegni regolarmente tratti in un conto corrente dell’Acquirente, per evitare il protesto, inventarono una clamorosa denuncia di appropriazione indebita. Ovviamente i fratelli ricorsero alla Giustizia in cui tanto credevano ma che in tutte le vicende i suoi rappresentanti erano rimasti sempre assenti nonostante i legali ne richiamassero puntualmente l’attenzione, ma alcuni di questi si dimostrarono pronti a sentenziare cause a loro avverse, tanto e’ vero che nonostante i Fratelli e l’Acquirente ritirarono di comune accordo le querele, inspiegabilmente la causa penale si trasformo’ d’ufficio in civile, impedendo cosi’ ai fratelli di rientrare in possesso dei titoli di credito, e cio’ nonostante la sentenza di assoluzione che avrebbe automaticamente consentito il recupero degli assegni. Alla fine del 1991 tutte e tre le societa’ furono oggetto di un controllo da parte dell’Intendenza di Finanza. La chiarezza dei registri contabili fece allora dichiarare ai funzionari la buona tenuta e regolarita’ degli stessi. Ma qualche mese dopo alla Ditta Artigiana arrivo’ una improvvisa e mai preavvisata sentenza di dichiarazione fallimentare, promossa da una ragazza che dichiaro’ il falso fatto di aver lavorato per conto della stessa, fatto che fu categoricamente e specificatamente verificato appunto falso dagli ispettori stessi. Alla Edilcantieri sembro’ toccare la stessa sorte, cosi’ si leggeva in qualche atto, ma nulla fu rimesso o richiesto all’amministratore Giuseppe o al socio Angelo e la equivocita’ dell’episodio e’ ancora in essere. La Li Angeli, nonostante il suo stato patrimoniale, fu chiamata a rispondere dei suoi debiti col ricatto del fallimento, dimostro’ di voler assolvere ai suoi impegni pagando prima con moneta, poi rilasciando una cambiale di 50 milioni richiesta a garanzia dei restanti pagamenti con l’accordo di ritiro da parte del creditore, un istituto di leasing del Banco di Napoli, delle istanze. Ma quella cambiale fu messa all’incasso e protestata cosi’ da essere lo strumento usato per dichiararne pure di questa Societa’, lo stato fallimentare. L’ultimo atto e’ proposto dal curatore fallimentare della Li Angeli, che infischiatosi della gestione del patrimonio immobiliare che con oltre 700 milioni chiudeva abbondantemente le pur estorte minime richieste dei pretendenti per 150 milioni (estorte perche’ crediti non certi e in minima parte realmente dovuti), basandosi su interpretazioni equivoche di atti di ordinaria amministrazione neppure inerenti la Societa’ da lui curata, chiede il rinvio a giudizio dei tre fratelli Ponchietti e di una loro sorella per aver osteggiato il sano andamento della societa’. Un atto grave cosi’ malvagio avrebbe lo scopo di impedire ai fratelli la positiva conclusione delle trattative per rientrare in possesso dei loro beni e crediti per un ammontare pari a circa 5.000 milioni e rimediare cosi’ ai danni subiti, oltre che ripetere l’episodio avvenuto alla Ditta Artigiana di vedersi sottrarre ancora i propri beni frutto di lavoro competente, per essere devoluti agli associati fautori l’incredibile vicenda delittuosa e persecutoria durata ben 5 anni. L’avvocato Cabiddu notifica ai fratelli tutti e mogli un atto in cui denuncia di aver sottratto 4 appartamenti, tempo addietro acquistati dalle mogli dei fratelli e una sorella, alla curatela fallimentare, tentando in tal modo di portar via di forza anche l’ultimo patrimonio non ancora aggredito, provocando inoltre la procedura penale atta ad annientare definitivamente i Ponchietti e familiari nella loro integrita’ morale, professionale e patrimoniale. Lo stesso ufficiale giudiziario che notifico’ gli atti si lascio’ andare l’affermazione che nulla di cosi’ feroce e programmato gli era capitato tra le mani nella sua intera carriera” -: se non ritenga di intervenire e quali provvedimenti intenda porre in atto, qualora quanto esposto risultasse vero. (4-02769)